La strada interrotta by Patrick Leigh Fermor

autore:Patrick Leigh Fermor [Leigh Fermor, Patrick]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2015-10-03T04:00:00+00:00

Josias von Rantzau, che si era così prontamente e ospitalmente offerto di sistemarmi, viveva in un appartamento tranquillo e confortevole adiacente alla Legazione tedesca, dove lavorava come segretario. Era quanto di più lontano dall’immagine stereotipata dello Junker. Apparteneva a una famiglia antica quanto gli annali dello Holstein, importante sia per la storia della Danimarca che della Germania del Nord, e contraddistinta da una successione ininterrotta di statisti, soldati, cortigiani e diplomatici. Uno dei suoi avi, suo esatto omonimo, era stato maresciallo di Francia con Condé durante la Guerra dei Trent’Anni. Questi fatti, che mi erano stati riferiti d’estate dal mio ospite transilvano, colpirono a dovere quella che potremmo definire la mia sensibilità socioculturale, se riteniamo di poter mascherare il sentimentalismo sotto un nome così innocuo. Alto, bello, educato, gentile, con un fascino a presa rapida che lo faceva apprezzare in qualunque situazione e un’ottima conoscenza dell’inglese e del francese, Josias rappresentava un meraviglioso cambio di temperatura e di clima rispetto agli ultimi giorni. L’unico indizio sulla sua provenienza che uno sconosciuto avrebbe potuto notare trovandoselo davanti in treno era una pallida cicatrice diagonale da sciabolata che gli attraversava il mento, dove aveva anche una fossetta naturale. In Transilvania mi ero chiesto dove l’avesse ricevuta. A Heidelberg, venni a sapere, con il Saxo-Borussia – la confraternita studentesca sassone-prussiana –, in pratica il Bullingdon Club del Reno. Josias rise mentre me lo raccontava, e forse arrossì leggermente, come se avessi riesumato in maniera indiscreta una follia giovanile che era meglio dimenticare. Quella sera andai a dormire nella stanza degli ospiti, la cui luce morbida si rifletteva su una promettente fila di libri; avere sul comodino, accanto alla bottiglia d’acqua minerale, Some People e Peacemaking di Harold Nicolson ebbe su di me l’effetto di un balsamo. Dall’alto mi guardava benigno un ritratto del padre di Josias nelle vesti di Ciambellano del defunto Granducato di Meclemburgo-Schwerin.

In una bizzarra capitale, dopo mesi di pellegrinaggi disagevoli o irregolari, non esiste conforto maggiore che ritrovarsi a soggiornare nell’appartamento di un diplomatico scapolo (solo le case di certi archeologi ci si avvicinano), tanto più se il diplomatico in questione è ospitale e accogliente come lo era Josias. («Serviti a tuo piacimento, senza complimenti,» disse indicando una quantità smisurata di pacchetti di sigarette e un tavolino scintillante di bottiglie «per noi sono praticamente gratis. E per amor del Cielo fuma anche quei sigari – io non so che cosa farmene. E se hai bisogno di qualcosa – se vuoi mangiare, se devi lavare qualcosa –, per favore dillo a Maria: si deprime se non ha nulla da fare...»). Durante il giorno la casa era tutta per me: era il rifugio che avevo sognato per leggere e scrivere, con i volumi delle enciclopedie impilati sui divani di una stanza ben riscaldata, affacciata sul fogliame autunnale di una via tranquilla. Avevo intenzione di imparare tutto ciò che potevo sulla Romania, e in effetti, nonostante l’intensa vita sociale, riuscii a scoprire molte cose; tutta la storia della Romania di Seton-Watson, larghe parti

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